Eurostat, Italia al penultimo posto nella UE per tasso di occupazione

 

Il nostro Paese bloccato al 62,3% contro una media europea del 72,2%. Solo la Grecia fa peggio. Penultimi anche per il tasso di occupazione femminile, e per il differenziale con quello maschile.

ROMA

– Penultima nell’Unione Europea per il livello di occupazione, con un tasso del 62,3% nel 2017 (ci segue solo la Grecia, con il 57,2%), e penultima anche per il gender gap.
In Italia, infatti, rileva Eurostat, la differenza tra il tasso di occupazione maschile e quello femminile sfiora il 20%: solo Malta ha una differenza maggiore, del 26,1%.

L’Italia è infatti, ancora una volta, il penultimo Paese Ue per donne occupate, appena il 52,5%.

Appare molto lontano pertanto al momento il raggiungimento dell’obiettivo Ue 2020 di un tasso d’occupazione complessivo del 67%.
Il numero di occupati è però in moderato aumento nel 2017, con +0,7% su anno rispetto al 61,6% del 2016. In maggior crescita (+0,9%), sono le donne che lavorano, passate dal 51,6% del 2016 al 52,5% del 2017. Salgono in modo deciso (+1,9%) anche gli occupati over 55, passati su anno dal 50,3% al 52,2%, con differenze significative tra uomini (62,8% nel 2017) e donne (42,3%), dati che però risentono della riforma previdenziale, che ha allontanato di diversi anni l’età della pensione.

La media europea del tasso di occupazione nella fascia d’età 20-64 nel 2017 ha raggiunto il 72,2%, in crescita rispetto al 71,1% del 2016.

La strategia Europa 2020 mira a raggiungere un tasso d’occupazione totale per la fascia d’età 20-64 di almeno il 75% entro il 2020. Il target, ha ricordato Eurostat, è stato tradotto in diversi obiettivi nazionali per riflettere la situazione e le possibilità dei vari Stati membri di contribuire all’obiettivo comune.

Nel confronto tra i Paesi dell’Unione, il tasso di occupazione nella fascia d’età tra i 20 e i 64 anni è cresciuto con particolare forza tra 2016 e 2017 in vari Paesi dell’Europa centro-orientale.

Infatti dai dati emerge un rialzo di 3,6 punti percentuale in Bulgaria, 3,3 in Slovenia, 2,5 in Romania, 2,2 in Croazia, 2,1 in Estonia.

Svettano dunque i tassi di occupazione di questi Paesi: 71,3% Bulgaria (67,7% nel 2016), 78,5% in Repubblica Ceca (76,7% nel 2016), 63,6% in Croazia (61,4% nel 2016), 73,3% in Ungheria (71,5% nel 2016), 70,9% in Polonia (69,3% nel 2016), 68,8% in Romania (66,3% nel 2016), 73,4% in Slovenia (70,1% nel 2016), 71,1% in Slovacchia (69,8 in 2016).

Eurostat ha segnalato che vari Paesi hanno già raggiunto o superato i loro obiettivi nazionali al 2020 sull’occupazione.

Tra di questi, Repubblica Ceca, Germania, Estonia, Lituania, Lettonia e Croazia.

Fonte
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